Leggere i segreti del bosco
Di quando gli alberi facevano ombra alle bestie al pascolo

Negli ultimi decenni l’abbandono di molte aree di montagna ha portato all’inselvatichimento dei pascoli e alla diminuzione dei tagli, favorendo l’espansione delle superfici boschive.
Un faggio secolare svetta tra i giovani esemplari di una faggeta in Val Bordesiglio (alta Val Taleggio). Sono passato di là mentre salivo ai Piani d’Artavaggio dalla Culmine di San Pietro.
Non è difficile distinguere questi giovani boschi. Sono costituiti da piante con età simile e non troppo avanzata. Sono quindi boschi coetanei e perlopiù puri, ovvero costituiti da esemplari di un’unica specie. Le piante hanno fusti poco sviluppati, sia in altezza che in larghezza. Sono inoltre boschi fitti, perché i giovani alberi non hanno avuto il tempo di selezionarsi e diradarsi, come accade invece nelle foreste mature. La vicinanza tra le piante alimenta però una strenua competizione per la conquista della luce. Essa si traduce in una veloce crescita verso l’alto e in un forte accrescimento dei fusti.
Il termine tecnico che definisce questi giovani e dinamici boschi è perticaia ed è solamente uno dei numerosi stadi di sviluppo delle foreste.
Credo che chiunque ami passeggiare in montagna abbia attraversato boschi con queste caratteristiche. I più attenti avranno notato che a volte in mezzo alle piante giovanili, sorgono rari alberi monumentali. Potrebbe sembrare che l’accostamento tra giovani boschi e rari alberi monumentali sia un dettaglio di poco conto. Non è così. Se ci pensate è difficile immaginare un processo naturale che porti alla coesistenza di un bosco giovane in forte sviluppo e qualche sparuto esemplare vetusto.
C’è lo zampino dell’uomo. I boschi dove è più facile osservare questa strana dissonanza sono quelli nei pressi degli alpeggi abbandonati. Quelle piante monumentali sorgevano un tempo in mezzo alle radure spoglie e furono preservate dai tagli per fare ombra alle bestie che venivano portate agli alpeggi. I grandi alberi sono uno degli ultimi segni visibili lasciati dall’uomo in tante vallate disabitate.
Sono ormai passati svariati decenni da allora e quelle piante hanno continuato a crescere indisturbate, diventando veri e propri giganti arborei. Nel frattempo hanno però anche dato vita a una sterminata progenie, creando dal nulla intere nuove foreste: alberi monumentali per giovani boschi.
Questa è solo una delle tante storie che si celano nel fitto dei boschi.